In viaggio per lavoro: papà vs mamme!

Un papà deve partire per lavoro.

  • Comunica alla famiglia la data della partenza, anche il giorno prima, e i giorni in cui starà via. Non dà alcuna spiegazione del perché o del per come se non per puro desiderio di chiacchiera.
  • Prepara la valigia, anche il giorno stesso della partenza, spesso chiedendo aiuto nel reperimento di varie ed eventuali magicamente occultate dalla donna di casa.
  • Esce e va, vola, guida, prende un treno.
  • Qualche telefonata nei giorni in cui è via per i saluti ai bambini e alla mamma, felici di sentirlo e di raccontargli stralci di vita quotidiana.
  • Rientro a casa con grandi o piccole feste.

Una mamma deve partire per lavoro.

  • Lo comunica un mese prima al papà, preparandolo psicologicamente. Qui i papà si dividono in due categorie: quelli che entrano subitaneamente nel panico e iniziano a segnare i giorni sul calendario e quelli che minimizzano e si scordano del tutto la cosa fino al giorno prima. Di solito i secondi vanno per la maggiore.
    Poi, in molti casi, arriva la domanda delle domande: PERCHE’? E la mamma, nella totalità dei casi, a questa domanda si trova a dover giustificare quello che all’uomo non viene nemmeno chiesto!
  • Il numero dei giorni in cui una mamma sta via sono direttamente proporzionali al numero di parenti, amiche, insegnanti, vicini di casa, portinai, donne di servizio, che dovrà coinvolgere per garantire la sopravvivenza, lasciando intatte le routine dei figli e l’equilibrio psicofisico del papà.
    Il martedì il pargolo ha calcio? Solitamente lo porta il nonno che ora è in viaggio? Nessun problema: la nonna lo va a prendere a scuola, lo prepara, lo porta al cancello dove la mamma del compagno lo ritira e lo riporta. Il papà interviene in quest’ultimo passaggio, poco prima della cena basic suggerita via Whatsapp.
    Il mercoledì c’è la Champions? Ahiahiahi… Qui interviene la suocera. Tiene tutti a cena e magari anche il povero bambino a dormire così che abbia qualcuno che dia un occhio che si sia almeno tolto le scarpe prima di entrare nel letto.
  • Attivata tutta la rete faticosamente costruita negli anni, iniziano i preparativi veri e propri. Della valigia? No, quella mooooolto dopo!
    Si parte dai compiti. Se disgraziatamente i bambini vanno già a scuola ma non sono ancora così autonomi da fare da soli, meglio preparare una tabella di marcia anti panico paterno (che comunque ci sarà!).
    I vestiti… Qui la mamma può scegliere: preparare i mucchietti già pronti per i vari giorni o lasciare libera iniziativa al padre consapevole del fatto che all’80% (sono moooooooolto buona) verrà chiamata almeno una decina di volte mentre sarà via per chiedere quale sia il cassetto delle mutande, dove siano spariti i pigiami, se i sandali a marzo vanno bene perché ha trovato solo quelli nell’armadio (non era ovviamente l’armadio giusto…)…
    Il cibo. Qui in teoria i padri se la cavano egregiamente. La maggior parte delle mamme è consapevole del fatto che McDonald, la piadineria sotto casa e la pizzeria preferita daranno valore aggiunto al menù familiare. Certo, ci sono quelli che invece ne approfittano per dare i probiotici e le vitamine non elargite costantemente dalle mamme…ma sono una ristrettissima minoranza e non ce la sentiamo di esprimere un giudizio a riguardo.
    Detto questo, la mamma comunque avrà fatto preventivamente un minimo di spesa (garantendo almeno i cereali della colazione) e la coscienza è salva.
    Se si hanno animali… A parte aver verificato le scorte di cibo e altre amenità, si spera sopravvivano.
  • La preparazione personale avviene a poche ore dal taxi per l’aeroporto. I vestiti per 4 giorni e quelli per 4 sere (sticazzi, 4 serate senza incastri e sensi di colpa meritano un brindisi cad.!), un beauty, il portatile/tablet/telefono e annessi e connessi, le medicine…defezione professionale dell’essere mamme anche se si sta via per sole 4 misere giornate!
    Nel mentre, la gatta vomita, il piccolo di casa bagna completamente il letto e si fa al voletto una lavatrice, il latte casca per terra…
    Tutto però alla fine è pronto e ci si può chiudere la porta di casa alle spalle. Per poi riaprirla pochi secondi dopo e buttare all’aria la casa alla ricerca frenetica delle due uniche cose importanti per prendere un volo: il biglietto e la carta d’identità!
  • La mamma non avrà ancora piazzato il posteriore sul suo aereo che già avrà ricevuto richieste di istruzioni per: come vestire il bambino per l’attività sportiva (ma come, ti ho lasciato tutto lì?! No, l’ordine con cui vanno infilati i vari pezzi della divisa…), cosa fare se c’è lo sciopero della mensa (e qui ci rendiamo conto che non è più questione solo di mancanza di fantasia…a mancare potrebbe essere qualcos’altro :-)), quale maglietta dare alla piccola di casa perché possa dormire con il profumo della mamma di fianco, visto che sono state tutte lavate (lo sveliamo un grande segreto ai papà? Noi bariamo! Lo facciamo spesso, imparate a farlo anche voi! Piglia una maglietta pulita e inventati qualcosa!!!!).
  • Per tutta la durata del soggiorno fuori porta le richieste si succederanno una all’altra e saranno le più disparate, per lo più innocue, per lo più che la mamma affronta con il sorriso. Poi però ci sono quei papà (le percentuali qui non ci sentiamo di darle…) che ad un certo punto si sentono un pochino spersi e tentano la carta del senso di colpa: il bimbo si è ammalato o il marito si è spaccato una spalla a due giorni dalla partenza e tu mamma degenere sei via! L’unica risposta che sorgerebbe dal cuore è “palla di cristallo…FINITA! E anche se l’avessi avuta, il viaggio di lavoro tu papà lo avresti rimandato?”. Invece ci limitiamo a rassicurare e a berci un bicchiere in più di vino al diciannovesimo messaggio della giornata, intervallato da 4 chiamate, 2 videochiamate, mezza dozzina di email…
  • La mamma ritorna a casa e tutti magicamente sono sopravvissuti ad evidenza che tutti sono importanti e nessuno è indispensabile ma…LA MAMMA è sempre LA MAMMA!

EasyVale

p.s. ogni riferimento a fatti descritti NON è pura fantasia!

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